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Ammirazione

Un bel tramonto aggancia di ammirazione.

Raffaello, Michelangelo, Beethoven, Mozart, Handel... ci avvincono nell’ammirazione.

Poi ci ricordiamo la Genesi. Dio crea ed ammira la propria opera: vide che era cosa buona.

La mia ammirazione per il tramonto, si incontra con l’ammirazione di Dio per la propria opera, anzi ne partecipa.

E’ entusiasmante ammirare uno spettacolo, assieme con altri. Lo dicono le ovazioni di un’intera platea, durante un concerto. L’ammirare in gruppo, rafforza l’ammirazione di ognuno dei presenti allo spettacolo o all’audizione.

Godere con  Dio la nostra ammirazione, è preghiera, colloquio, intesa... Lui, per primo vide che era cosa bella.

Dio gode per tutto ciò che crea, e per lo sviluppo, insito nelle realtà attuate nel tempo e perciò destinate allo sviluppo e alla crescita. Dio ammira la creazione, proprio perché non è statica.

Nello svilupparsi della creazione divina, ecco apparire l’uomo. Dio ammira la sua più bella creatura: l’uomo. E, tra gli uomini, il Figlio prediletto.

Con noi Dio ammira Bach.

Con noi ammira il bambino che cresce, le movenze della danza, la poesia di Dante e di Leopardi. Vide che era, vede che è, cosa buona.

Dio ammira anche ogni mia opera, che è frutto della sua creazione. Mi ammira quando scrivo, quando prego, quando mi nutre. Sono tutte cose buone.

Gesù, ammirando i piccoli che stavano scoprendo le verità di Dio, esplode in ringraziamento al Padre.

Il Padre ammira, gioisce. Dio è felicità.

GCM 31.01.13