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La Persona concreta

Spirito consolatore, Spirito creatore e molti altri attributi sono rivelatori dello Spirito Santo. Purtroppo la rappresentazione dello Spirito Santo si immiserisce in un colombo, grazie a una traduzione inesatta del Vangelo di Giovanni.

Sarebbe più opportuno parlare della Persona dello Spirito, come si parla della Persona del Padre, e della Persona del Figlio. Quando ricordiamo la Trinità, allora il termine di persona (evidentemente inadeguato a indicare la soggettività in Dio) esce facilmente. Però quando parliamo di lui, della Persona dello Spirito, allora i termini si rarefanno in forza, energia, consolazione, ecc..

La Persona dello Spirito è proprio lui. È necessario passare dal colombo e dall’evanescenza, all’affermazione di persona. Mi sovviene un’icona, che, come Trinità, indicava tre persone in armonia tra di loro. Evidentemente nemmeno questa raffigurazione è adeguata alla realtà di Dio. Però è immensamente più acconcia di quella che rappresenta al di sotto un crocifisso, sopra di questo un occhio contenuto in un triangolo, a sua volta sormontato da un colombo.
Perché poi dicono che sia una colomba, finora non l’ho capito bene.

A me piace colloquiare con una persona, e non con un uccello, quando intreccio un colloquio con lo Spirito Santo. Ci diamo del tu, anche perché tutti e due apparteniamo, in maniere diverse, alla famiglia di Dio. A questa confidenza ci ha introdotto Gesù, che fa parte dei nostri, grazie alla presenza dello Spirito Santo che invade la persona di Maria, per renderla feconda di Gesù.

Gesù ci ha introdotto nella confidenza con il Padre, proprio attraverso la confidenza con lo Spirito Santo, che continua a dire, dentro di noi: “Abba, Padre!”

12.01.14