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Parola che commuove

Quando ci parla una persona che ci è cara, dentro di noi si accendono dei sentimenti diversi: il piacere che “quella” persona si rivolga a noi, la riconoscenza perché proprio “lei” si interessa di noi, il suono della sua voce e il tono del suo accento sono pieni di significato per noi, quanto dice ci è prezioso perché indica il suo interesse per noi, e le sue parole sono la sua esperienza che ci è donata, perché parla “con cuore”... E quando Dio mi parla, provo di me un dolce agitarsi di tutti questi sentimenti... e di più, perché sì egli è una persona cara che mi vuol bene, ma di un “sentimento paterno” infinito!

Ma io, nella Scrittura, udita o letta, ravviso tanto amore? La Parola del mio caro Dio, sento che è la sua amorevole attenzione rivolta proprio a me, e per me confezionata e preparata tanti secoli or sono? Paolo mi ricorda che fin dal principio Dio mi ha pensato.

Dio si esprime, a noi arriva la sua parola, e noi in essa catturiamo l'amore di nostro Padre.

E poi la parola del Padre si fa anche Eucarestia, per incunearsi più marcatamente nel mondo e nel cuore di ogni figlio di Dio, che accoglie la parola di Dio con le orecchie, con il cuore e con tutta la vita, quando tutta la sua vita si inserisce concretamente nella vita del credente, di me credente.

In noi esplode meraviglia e riconoscenza, ossia i sentimenti degni di Dio, istillati dallo stesso Spirito Santo.

Grazie, mio Dio! Grazie per tutti noi, per tutti gli uomini e per tutte le donne!

12.06.18