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Il dono del soffrire

Gesù ci porge dei doni, dei quali non sempre ci accorgiamo.

Leggendo la vita di Gesù, come ci viene ricordata dai cari Vangeli, troviamo l'opera continua di Gesù per alleviare ogni genere di pena umana. Guarisce gli ammalati, libera gli ammalati psichici e i peccatori (quelli feriti da satana), consola con l'affetto e con la parola gli sviati. Porta bene in ogni modo. Poi, però, per lui arriva la passione sfociante nel dolore della crocifissione.

Lui sapeva che il Padre poteva mandare un esercito di angeli per difenderlo dai malvagi, eppure non è sfuggito alla sofferenza. Porta il bene a tutti, accetta il male per sé. “Non poteva lui che ha guarito i sofferenti, evitar la sua croce?”. È l'ironia dei suoi nemici.

Non ha evitato la croce. Ed ha invitato i suoi a patire con lui.

Ed ecco qui il suo dono. Regalarci la possibilità di entrare nella sua sofferenza per mezzo della nostra sofferenza. Il soffrire con lui, l'essere abbracciati dentro il suo soffrire è un suo dono.

Un dono che lui sa dosare per noi. Però anche una piccola sofferenza vissuta con lui, è un dono di assimilazione a quel suo patire, prodromo della sua risurrezione e della sua gloria.
I santi, almeno alcuni, si sono imposti la sofferenza per condividere la Croce. Lasciamo ai santi certe invenzioni. A noi basta “prendere la nostra croce quotidiana” o le piccole croci che la vita ci offre, o che le persone ci producono, per sperimentare il dono del soffrire con Lui. Sofferenza con Gesù è salvezza.

02.06.18