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Vangelo, scavo di noi

Ci dicono tutti i catechismi che il battesimo comporta lo stabilirsi dello Spirito Santo in noi. Lo Spirito Santo con l’ampiezza infinita di se stesso, depositato (!?) nel nostro “cuore”. Quindi tutta la verità intera è in noi, poiché lo Spirito è in noi. E da dentro di noi, in quanto Chiesa ci conduce alla verità completa, la verità di Dio, perché lo Spirito Santo è in noi, Chiesa e singoli (Gv 14,17).

Lo Spirito che è in noi ci “insegnerà la verità tutta e farà ricordare tutto (Gv14, 26). Ricordare, riproduce il greco “upomimnesco”, ossia da sotto (upo) riportare alla mente, richiamare alla mente. Gesù parlando dello Spirito Santo, lo descrive come “una fontana di acqua viva, che zampilla verso l’alto (Gv 4,14).

E con più risalto: “Chi crede in me, come disse la Scrittura, dal suo ventre sgorgheranno fiumi d’acqua viva. Questo disse dello Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui (Gv 7, 38-39)”.

Una conseguenza gioiosa illuminante si ricava da queste parole: la verità “tutta intera” è già in noi, nello Spirito. Vangelo, predicazione, catechesi, non sono aggiunte esterne che arrivano a noi. Sono invece un richiamare dal “cuore alla coscienza, da dentro di noi, quanto lo Spirito mirabilmente conserva, ed è già nostro, anzi è “noi”!

Il Vangelo non produce scoperte esterne, ma è un  dono del Padre, che a poco a poco ci fa scoprire ciò che noi siamo.
Freud e la psicoanalisi, porta la misteriosità dell’inconscio, alla luce della coscienza. Gesù va ben oltre: con il suo Vangelo fa salire alla coscienza la verità nostra ben più intima di ogni latebra dell’inconscio.

Il Vangelo è noi che prendiamo, in Gesù, la coscienza, almeno crepuscolare, di ciò che la bontà di Dio, ci ha fatto e ci fa continuamente essere. Il nostro mistero divino gustato dal cuore e dalla mente!

GCM 13.10.13