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Sapore di Vangelo

Il Vangelo (e tutta la rivelazione) è “per” l’uomo, e non “sopra” l’uomo. Per noi uomini e per la nostra salvezza divenne uomo.

Per l’uomo sì, ma per quale uomo? Per l’uomo nel semplice suo essere uomo con tutte le conseguenze, derivate da un essere intelligente e libero. Tra queste conseguenze brilla la responsabilità. Il Vangelo, dunque, è per l’uomo responsabile, non sopra l’uomo, come diktat assoluto, che sopprime libertà e responsabilità.

Certe cessioni inconsulte al Vangelo, sono piuttosto malattie psichiche che non adesione cosciente e libera alla Parola di Dio. Perché la nostra adesione al Vangelo sia intelligente e libera, essa richiede preghiera allo Spirito, e impegno nella comprensione del testo evangelico. Lo scrutare animatamente e amorosamente il Vangelo non è indirizzato a creare una sudditanza alla lettera in modo fondamentalista. Quando si cita il Vangelo in maniera dura, senza dubitare della nostra comprensione del testo stesso, allora il Vangelo non è più per l’uomo, ma per la nevrosi, dura e fondamentalista di persone aggiogate, non accettanti.

Quanto spesso avviene che un concetto e una verità del Vangelo, che noi vivevamo come definitivi e statici, spesso ci appaiono in una luce nuova, mai prima considerata. Infatti il vangelo continua a crescere in noi, proprio mentre lo udiamo oppure lo leggiamo.

Perché questa trasformazione si avveri, è opportuno non stancarci di ritornare incessantemente al Vangelo. La profondità di un testo, e il suo sapore si rivelano nella frequentazione del Vangelo.

14.10.16