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Rimetti i debiti 

“Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori”: Guai a noi, se fosse proprio così alla lettera. Però Dio rimette i debiti “alla Dio!” non all’umana.

Forse il Vangelo e, perché no?, anche il greco ci aiutano.

Nel Vangelo troviamo scritto: “Se stai davanti all’altare per offrire il sacrificio, e lì ti ricordi che devi sanare un debito con il tuo prossimo, lascia lì l’offerta, prima ti devi riconciliare soddisfacendo al debito con il prossimo, poi torna all’altare per l’offerta”.

Ebbene la “lettera” e la “lettura” opportuna del testo evangelico, riproducono lo stesso insegnamento di Gesù. “Perdona i nostri debiti, poiché abbiamo perdonato (verbo al passato recente) ai nostri debitori”.

Allora Dio perdona i nostri peccati al di là di quanto noi chiediamo. E noi diciamo che da parte nostra quel pochino che dovevamo compiere l’abbiamo compiuto.

Sarebbe un bel pasticcio se Dio misurasse il suo perdono sul modello del nostro perdono.

Forse ricorrendo al testo greco possiamo capire meglio nel Padre nostro l’avverarsi del riprendere il sacrificio dopo la composizione con il fratello. Il verbo “noi perdoniamo” è un passato ma non conchiuso, come è il passato dell’aoristo, ma è un passato che influisce sul presente. Quasi è come dire “poiché noi stiamo perdonando”. Un perdono che sta influendo nel presente, pur avendo le radici nel passato. Un perdono spalmato nel tempo. Dio non è soggetto al tempo.

14.10.16