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Parola viva oggi

Certamente la tenerezza della bontà di Dio verso di noi, si rivela anche attraverso il “libro sacro”. Ogni tradizione religiosa dei popoli forniti della scrittura, si esprime anche attraverso allo scritto, oltre che nelle tradizioni orali. Tao, Buddismo, Veda e Vedanta, Corano e anche l'Antico Testamento sono testi ritenuti religiosamente importanti.

Sono testi che ci ricordano che “è stato scritto” e diventano codici importanti, ai quali i diversi gruppi religiosi si riferiscono. Tali testi sono letti e “osservati” nella pratica, talvolta ossessivamente. Il pericolo, in questi casi, è quello di elevare a codice divino il testo, prescindendo da Dio. Questa deviazione Gesù l'aveva vista e accusata già a quel tempo. Testi scritti nel passato e ibernati in una pratica esterna, molto spesso formalistica.

A questo pericolo di fissaggio non sfuggono né l'Ebraismo, né l'Islam, come costatiamo ogni giorno. Sono testi sacri, antichi, perenni, fissati una volta per sempre.

E il Vangelo? È un testo sacro, scritto una volta, e fissato là? Il Vangelo è diverso: non è un testo detto e scritto nel passato, ma è una parola che dice adesso, e ogni giorno è nuova, e non soltanto perché cresce in colui che lo legge, ma per un motivo basilare: la parola di Gesù segue il destino di Gesù, che include la Risurrezione. Tutto Gesù è risorto, anche da Risorto conferma le sue parole: così vi aveva detto.

C'è una frase ripetuta durante la Messa prima di ravvivare la parola di Gesù, tramite la proclamazione del Vangelo: “In quel tempo!”. Però questa frase può essere intesa male, quasi che quanto viene proclamato si addiceva solo al passato. Però il Risorto è da sempre e per sempre vivo: Cristo ieri, oggi e nei secoli. Sempre lui, il Risorto.

24.07.15