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Il tesoro della Parola 

Partecipiamo, a pieno diritto “naturale”, alla famiglia di Gesù, se ascoltando la sua parola, facciamo la volontà del Padre.

Questo mi pare deducibile, nell'imbattermi in Marco 12, 46 ss.. Si narra che i parenti di Gesù, madre compresa, cercano di parlare con Gesù. Certamente ci troviamo davanti a due tipi di “parlare”. Gesù, il profeta di Dio, sta parlando alla gente. Madre e fratelli desiderano parlare con Gesù. Una parola viene da Dio, l'altra dagli uomini. Questa parola disturba quella. Ciò è anche un avvertimento per i predicatori. Evitare di sovrapporre la parola umana sulla Parola di Dio. Però è anche un avvertimento per ognuno, che stima la parola di Dio inferiore e meno importante di fronte alla parola dell'uomo, principalmente quando questa pretende di interferire sulla parola di Gesù.

Accogliere la Parola di Dio, in quanto Parola di Dio. È continua in noi la tentazione ad accogliere la Parola di Dio, alla stessa stregua di come accogliamo le parole degli uomini. Il pericolo è subdolo e sta nei nostri atteggiamenti quotidiani, quando affianchiamo, per esempio, il Vangelo e la sua lettura, alle informazioni che ci arrivano da ogni parte. Le informazioni (letture, radio, televisione e comari) sono tutte distese su un piano inferiore, per quanto anche importante come le istruzioni professionali, riguardo alla parola del Vangelo, che deve essere privilegiato, anche nella nostra memoria.

Che lo Spirito Santo ci sostenga anche nel far più spazio di memoria al Vangelo. Che lo Spirito ci conceda di trasformare il Vangelo in quel tesoro interiore, dal quale estrarre continuamente “cose nuove e cose vecchie”, come ci suggerisce la Scrittura stessa.

21.07.15