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Santa testardaggine

Ci sono situazioni allo stesso tempo dolorose e illuminanti.

Oggi l’etica laicista esalta, come conquista di civiltà e di libertà, l’aborto, l’eutanasia, la sterilità del “matrimonio” tra omosessuali, la politica come fonte di etica (sia in democrazia, che nell’assolutismo), l’approvazione del più forte, ecc.. La Chiesa, ossia noi credenti in Gesù, siamo aspramente criticati come passatisti e istupiditi dal dogma, perché non approviamo quei delitti ed esaltiamo i valori opposti.

È una critica che ferisce la nostra libertà di cittadini. Però proprio tale critica ci ricorda che Gesù aveva predetto che nel mondo avremmo sofferto, ma che lui in tali circostanze confermava la sua vicinanza a noi. Essere d’accordo con Gesù-Dio, non è cosa da poco.

Noi chiesa, pur non essendo perfetti, siamo amanti e diffusori di vita. La vita è Dio e dono di Dio. Siamo dalla sua parte.

Il nostro rispetto e amore per la vita è semplicemente trovarci in armonia con il Padre, amante della vita, e la cui più bella opera gloriosa è l’uomo vivente.
La nostra testardaggine in difesa della vita, della vita al suo sbocciare e al suo tramonto, è un semplice offrire a Dio i nostri limiti, che, anche in questo caso, si accordano con l’eternità di Dio. Testardi eternamente, quando si tratta delle cose che lui vuole, prima fra tutte è Gesù, nella sua umanità e nella sua divinità.

Il difetto della nostra testardaggine se pretende di difendere le nostre idee o le nostre ripicche, diventa virtù tosta e benedetta, quando si armonizza con la volontà di Dio.

20.11.14