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Verità, dono d’amore

Ritorno a una frase di Sant’Agostino, il quale quando si rivolgeva al gruppo dei cristiani, li  diceva “vostra carità”, ossia “vostro amore”.

Noi affibiamo titoli a non finire: “vostra santità”, “vostro onore”, “sua eccellenza”, “onorevole”, ecc.. S. Agostino vedeva, nella fede, la persona amata da Dio, ossia l’amore di Dio riversato sulla comunità cristiana, che rinserrava in grembo lo stesso amore di Dio.

La comunità che “sequestra” e mantiene l’amore di Dio rende l’amore di Dio perpetuo sulla terra. Una componente di tale amore è la verità. Dio ci comunica la sua verità, perché ci ama. La chiesa, noi chiesa, possiamo trasmettere la verità di Dio, nell’amore e con amore. Con amore, ossia con la gioia di comunicare un bene al prossimo, un dono: il dono della stessa verità di Dio.

La chiesa è per conservare e donare Dio agli uomini. Donare per (attraimento, come dice Francesco Papa) non imporre come pretendevano l’Inquisizione e, sotto certi aspetti, il “Santo Ufficio”.

La verità è un dono a chi sinceramente la ricerca. La verità non può essere coartata o stimolata; essa deve essere accettata, dopo che Gesù ce l’ha fatta vedere.

Sotto questo aspetto, omelie, catechismi, concili, scuole di teologia, sono manifestazioni di quell’unico dono.

Accettarli come dono, anche quando fanno parte di un curriculum scolastico, è il modo più acconcio di  penetrarli nel cuore.

Anche il nostro parlare comunque di Gesù e del Padre resta sempre un dono, accolto con riconoscenza.

27.07.14