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Opere di fede

Molte persone leggono la lettera di S. Giacomo, garantite di verità dallo Spirito Santo. In questa lettera si legge la celebre frase, molto utilizzata nel 1500, nelle dispute tra i protestanti e i cattolici o, se garba, tra i prìncipi protestanti e i prìncipi cattolici.

La frase è: “La fede senza le opere è morta”. È una frase che si oppone di petto al “sola fides”, la sola fede, promossa da Lutero. Tant’è vero che Lutero bollò come “cartaccia” la lettera attribuita a S. Giacomo, e non l’accettò tra i libri della Bibbia, che lui traduceva dal latino al tedesco.

Molti tra i cattolici, ancor oggi quelle opere “di fede”, le confondono con le opere di carità, il che , sotto certi aspetti, è vero, ma non del tutto.

Per indicare che le opere di carità non si possono semplicemente confondere con le opere “di fede”, Giacomo riporta un esempio tragico, ricordando che Abramo fu giustificato grazie alle opere della fede.

L’esempio di una fede “totale” di Abramo è esplicata in modo terribile, quando Dio indica ad Abramo di uccidere quell’unico figlio, tenacemente desiderato.
Per obbedire con fede a Dio, Abramo dovette scegliere di andare contro la “carità”. Obbedienza a Dio e crudeltà verso il figlio!

Non soltanto le opere di fede, per Abramo, si differenziavano dalle opere di carità e di misericordia, ma le si opponevano drammaticamente. Pensò poi Dio stesso a risolvere il difficile dilemma.

Le opere della fede, hanno come fulcro la fede in Gesù. Le opere di carità diventano opere di fede (quelle che salvano), se si fanno per fede, cioè se sono stimolate dalla fede e commuovono il cuore.

22.02.14