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Dubbio e fede

L’opposizione tra dubbio e verità, è esposta chiaramente in un episodio del Vangelo. Lo conosciamo. Gli Apostoli remano disperati durante una notte tempestosa, nel lago di Tiberiade. Gesù, sfiorando l’acqua si presenta accanto alla barca, e rassicura i suoi. Pietro, per assodare la percezione che quel fantasma, che cammina come un overcraft sull’acqua, sia davvero Gesù, sfida il fantasma: “Se sei Gesù, comanda che io ti raggiunga!”. E Gesù: “Vieni!”.
Pietro si getta fuori della barca e, strano!, anche lui cammina sull’acqua. Poi dubita, impaurito dal vento, e inizia a sprofondare. Chiede aiuto a Gesù, e Gesù lo salva.

Sono chiari i due momenti, le due facce dell’episodio: se Pietro crede alla parola di Gesù, vola; se ritorna nel proprio dubbio, sprofonda.

L’alternativa è nitida: dubitare secondo i propri consueti schemi (la paura del vento) fa sprofondare; fidarsi totalmente della parola rassicurante e creativa di Gesù, fa volare fuori dal pericolo.

La sottolineatura di Gesù è limpida: “perché hai dubitato, uomo di fede scarsa?”. L’opposizione è chiara: dubbio e fede; dubbio correlato alla non fede.

Gesù è longanime verso ogni debolezza umana. Debolezza fisica: ecco le guarigioni. Debolezza morale: ecco gli esorcismi (psicoterapia?) e il perdono dei peccati. Però, quando è in predicato la fede, Gesù parla deciso e non transige. Per lui, chi non crede scivola per quella china che lo allontana dalla gioia e dalla salvezza.

GCM16.04.13