HOME

Home > Chiesa VANGELO > Articoli 2013 > Nella carità, la profondità

Nella carità, la profondità

Stamattina la Lettera agli Efesini, richiamava una condizione indispensabile per cogliere l’altezza, la larghezza, la profondità della rivelazione, impersonata da Gesù. Il testo parla dell’essere nella carità. La carità è comprensiva di ogni amore: quello di Cristo, di Dio, degli uomini. Essa è condizione per comprendere, ossia per sperimentare le immense profondità del mistero, che sono almeno in parte raggiungibili con il nostro semplice e anche coraggioso immergerci in esso.

Sperimentiamo tutti che la pienezza della Parola di Dio (leggi: Gesù), arriva a noi nella preghiera, nella meditazione, nello studio, nella contemplazione, e nello scambio di intuizioni durante una lettura comunitaria del Vangelo.

Assieme, tanti o pochi noi si sia, il Vangelo letto, rivela le sue sfaccettature. Infatti lo Spirito santo illumina e conforta proprio là dove Gesù si trova, quando due o tre si uniscono nel suo amore, nella sua Persona (nome).

Noi, occidentali, ricchi e perciò individualisti (la ricchezza aumenta l’egoismo, e l’egoismo irrora l’individualismo: il mio prevale sempre sul nostro) noi ci vergogniamo di porre in comune le nostre piccole o grandi ricchezze. Le esponiamo soltanto se sono monetizzabili. Ci siamo scordati del donare agli altri le nostre ricchezze intellettuali, spirituali, bibliche oltre che monetarie.

Perfino ciò che apprendiamo dalla generosità di Dio circa la sua parola, noi tentiamo di farlo isterilire dentro di noi. In questo caso il pudore (se vero pudore è!) è l’inizio del nostro non amare la parola di Dio comunitaria.

GCM 15.06.12