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Il cuore accoglie

“Accogliere la parola con cuore integro e buono”, dice Gesù nello spiegare la parabola del seminatore.

Cuore integro: ossia accettare la parola tutti protesi, e tutto di noi desto nell’ascoltare e nel dedicarci a ciò che il Signore dice. E’ bandire tutte le nostre riserve e i nostri commenti, più o meno interessati a depotenziare il carico salvifico della parola di Gesù.

Il cuore integro non è un fatto affettivo, grazie al quale non si può amare altri che Dio. In questo caso si attribuisce un significato romantico alla parola “cuore”. Invece nel contesto, nel quale si trova la frase di Gesù, il cuore è inteso soprattutto come facoltà intellettiva: interesse, attenzione, propensione alla ricerca di senso. In altre parole,  non lasciarci distrarre quando si ascolta la Parola di Dio.

Forse si comprende meglio la frase, quando ci si sofferma anche sul testo originale, nel quale si parla di “cuore nobile e buono”.                                           

Si ascolta nel cuore. Anche la vecchia traduzione latina, si esprime “in corde bono et optimo”. L’ascolto non si ferma all’orecchio, ma approda nel cuore e lo fa suo. La terra “nobile” che ascolta e riceve la parola, deve incontrare un cuore altrettanto “nobile”, come vorrebbe il testo greco. La traduzione recente del messale, interpreta il cuore “nobile” come cuore “integro”. Dove la nobiltà è intesa come coerenza, perché l’udire con il cuore integro, sfocia necessariamente nel “conservare la parola” (la quale è un seme che deve crescere) e nel “portare frutto pazientando”. Si tratta della dolce invasione della parola di Gesù.

GCM 22.09.12