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Ti ringraziamo

Noi cristiani siamo di Gesù, tralci e vite.

Gesù è eucarestia, ringraziamento: la nostra vita è offerta a Dio (Paolo). La nostra vita, il nostro respiro, il nostro mangiare, il nostro dormire, tutto è offerta di ringraziamento. Il vivere bene, moralmente, serenamente, anche penitente, è un continuo purificare il dono del ringraziare.

L’adorazione al Santissimo, pratica una volta consueta sebbene non obbligatoria (e che, purtroppo, per alcuni, anche del clero, sostituiva la messa), è un’espressione di ringraziamento.

Paolo ci ha indicato di offrire a Dio, la nostra vita umana, come “sacrificio” gradito da Dio. Sacrificio, ossia culto. Culto cristiano, ossia Eucarestia. Al mattino, una volta, ci indicavano di ringraziare subito Dio, per la vita e per l’essere cristiani. Era un autentico incipit cristiano. Se l’abitudine a ringraziare una persona che ci fa un piacere, è espressione di gentilezza e di nobiltà d’animo, tanto più il nostro ringraziare il Padre per il dono della vita totale (temporale ed eterna) è indice di gentilezza verso il Padre. Il Padre, pregando noi, non deve esser trattato con richieste, ma deve esser trattato con dolcezza, con gentilezza, quella dolcezza che si prova all’essere al suo fianco, come dice il Salmo.

Gesù chiedeva sì, ma era anche pronto a ringraziare “perché tu mi ascolti sempre”. Una preghiera sicura d’essere esaudita: chiedete e riceverete. Perciò una preghiera basata sul ringraziare. Tutti abbiamo provato a sentire “quanto è bello, che tu mi ascolti sempre”. Ascoltare è anche esaudire, esaudire al modo di Dio, ossia alla provvidenza.

La nostra vita, per il fatto di essere vivi, è pregna di lode ringraziante, perché la lode di Dio è l’essere vivente.

10.03.18