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Quaresima

Non mi è facile capire (come non capisco le 99,9% delle realtà che mi circondano e che io incontro ogni giorno) come si situi la Quaresima cristiana in un popolo di risorti in Gesù. È periodo di penitenza? Forse è periodo di più attenta riflessione sulla Pasqua, che ci ricorda e ci rituffa in Gesù Risorto. Quindi è un periodo di riflessione proprio sulla quasi inconcepibile gioia della Risurrezione. Quaresima quindi come reintroduzione alla gioia del risorto.

Ci viene indicata la Quaresima, come rivisitazione mistica alla quaresima di Gesù nel deserto. Eppure in vita Gesù aveva donato una lettura delle sofferenze, che non vengono dal nostro imporle, ma dall’assenza dello Sposo. Assenza che può verificarsi in molti modi, e non in un tempo rituale.

Per alcuni la Quaresima è il ritorno di una igienica vita sobria. Per altri diventa una furbata adolescenziale, quando ci si privava di un cibo saporito, per gustarlo con più passione al ritorno. O anche come la commovente trovata dei bambini buoni e volenterosi, che si inserivano i sassolini nelle scarpe, per assaporare il sollievo nel toglierseli.

Forse si può godere la Quaresima come un periodo di raccoglimento, di riflessione, di gusto spirituale per viver anche la Pasqua con una percezione più intensa di Dio, cioè di quel Padre, che quando ci ritiriamo nella nostra stanza, vede nel segreto e nel segreto ci ricompenserà.

La Quaresima è come un abbraccio più stretto con il Padre, in un periodo di intensa intimità.

14.02.18