HOME

Home > Chiesa SACRAMENTI > Articoli 2018 > Pregare

Pregare

La classica domanda delle mamme e dei padri cristiani, soprattutto di sera prima di coricarsi: “Hai detto le preghiere?”. Era il richiamo ai bambini.

Purtroppo si ricordavano le formule, ma non il pregare. Sarebbe stato più efficace un breve colloquio con il bambino:
-    Senti caro, oggi ti è piaciuto qualche cosa che ti ha fatto contento?
-    Sì, ho giocato con Giorgio e con il nostro cane.
-    Hai ringraziato Gesù per quel piacere?
-    No. Mi sono dimenticato.
-    Lo facciamo adesso?
-    Sì. Grazie, caro Gesù!
-    E poi oggi hai avuto un dispiacere?
-    Sì: mi sono bagnato con la gasosa.
-    Ti è dispiaciuto?
-    Sì.
-    Hai detto a Gesù che ti aiutasse?
-    No.
-    Facciamolo adesso.
-    Gesù, aiutami.
-    E adesso a letto. Bacio, ciao!
Questa è preghiera, le formule, benedette pure quelle, vengono come aiuto e richiamo.

Mi tornano in mente tutte le volte che prego adagio quasi sostando sui sentimenti, che la preghiera detta in comune (Messa) l’ispira, e odo attorno a me un affrettato biascicare formule, uno scorrere di parole, che spesso non dicono nulla.
Ma la radice del preferire le formule alla preghiera, si trova in quei primi anni del chiedere: “Hai detto le preghiere?”.

Pregare è dire a Dio i fatti nostri, il pensare a lui, il godere per i favori che ci concede. Insomma il pregare è come il rientro a casa dopo una giornata di lavoro e il sentirci chiedere: “Come è andata?” e poi comunicare i fatti “nostri”.

28.12.17