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Avvento sciupato

Anche quest’anno l’Avvento, mentre rinfocola la speranza, nella Messa e nella preghiera e nella carità, ferisce anche di enorme tristezza.

Gesù è posto in cantina, tra i ferri vecchi.

Che figura fa quel povero bambino del presepio, sgambettante e con una camiciola, di fronte a un vecchio, ben vestito sciarpato e imberrettato? Un bambino che non ha nulla da offrire a una società del consumo, di fronte a un vecchio con un sacco pieno di giocattoli? Un bambino che arriva da uno squallido Oriente, a fronte di un vecchio che scende da un ricco Nord?

Il vecchio, oramai, ha cancellato il bambino, molto in armonia con una società che si riempie di anziani, mentre sterilizza le nascite?

Non è che ci manchino i soldi, neppure a coloro che recitano il pianto della miseria. Spreco di luci e di addobbi, vanità di scenari e di manifestazioni, spesso non poco costose. Denaro a fiumi, anche in regali inutili, mentre milioni di bambini crepano per la fame, e non sono difesi.

Certo che la nostra cultura è alleata con Erode, che gode per la strage degli innocenti, e non con due profughi che scappano in Egitto per difendere la vita di un piccolo (e che piccolo!).

Torniamo al Natale di Gesù, senza lasciarci irretire dalla società dei consumi, e avremo e doneremo le vere perle.