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Andare a Gesù

A Gesù arrivavano prostitute pentite, e lui non le respingeva, ma le difendeva non per il loro mestiere, ma per il loro pentimento. Ed ecco pronta l'accusa dei farisei.

Ai farisei non faceva problema l'uomo che andava alla prostituta o la persona che rendeva peccatrice l'adultera, ma la donna che si prostituiva o quella che accoglieva l'adultero. Gesù invece accoglieva le pentite, non le accostava per indurle al peccato, ma alla salvezza. Le prostitute andavano da lui sì, ma per essere liberate dal peso che il mestiere aveva gravato sulla loro coscienza.

Gesù diventava così l'amico dei peccatori, dei deboli. Evitare Gesù coincideva con il rimanere nel peccato, e perciò nell'insoddisfazione esistenziale.

Raggiungere Gesù è essenziale, tanto più che Gesù vuol raggiungere noi. Ed ecco l'Eucarestia, il rapporto veramente intimo tra Cristo e noi.

“Ti mangerei di baci”: ho udito dire a una mamma, che parlava con il figlio in fasce. La compenetrazione delle vite è una situazione di maternità. Alla compenetrazione tende l'Eucarestia.

A Gesù si arriva, col desiderio, con l'affetto, con la vicinanza mistica. Gesù arriva a noi con lo Spirito Santo: “Ricevete lo Spirito” disse agli Apostoli indirizzando il suo soffio su di loro. Poi a noi, oltre il suo soffio creatore, dona la sua persona umana (carne) per restare sempre con noi fino allo scadere del tempo. Resta nella sua chiesa, che si raduna per “ricordarlo” in modo icastico, reale.

06.07.18