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La soave preghiera  

O Dio, trascinaci nell’amore che, dentro di noi, tu hai per noi. Non possiamo amarti come tu desideri che ti amiamo, se tu non ti ami in noi. Per amare te, nostro Dio, non abbiamo energia adatta: noi siamo limitati… Eppure il tuo amore “urge” in noi, come dice S. Paolo.

Allora noi, chiesa fatta tuo tempio, siamo in preghiera continua, perché lo Spirito di Dio in noi non cessa dal suo colloquio eterno nel Padre. Essere fedeli a Gesù, è essere uniti allo Spirito di Gesù, che si rivolge sempre all’Abba, Padre.

La Scrittura ci indica di “pregare sempre”. Ciò non equivale a recitar sempre preghiere, ma “a offrire le nostre persone come sacrificio [offerta] continua a Dio”. Allora la nostra preghiera spesso si assimila al nostro mero comportamento. Già un comportarci secondo le esigenze di Gesù, è vivere lo stesso suo Spirito, quello che prega in noi con “sospiri impercettibili”.

La preghiera profonda, si fa cosciente quando, come Gesù, eleviamo lo sguardo al cielo e diciamo: “Padre”. La preghiera cosciente è uno svelare la preghiera nascosta, pescando in essa. Il nostro pregare naviga sopra il continuo pregare dello Spirito in noi. Perciò il peccato non è soltanto un’azione malvagia, ma è pure un “rattristare lo Spirito che è in noi”. In noi, in quanto persone amate da Dio, e anche in quanto tempio dello Spirito.

Molte persone per adeguarsi allo Spirito, che prega in noi, chiudono gli occhi, e si raccolgono in una preghiera semplice e del cuore. Sanno che il Padre vede nel segreto non solo la lontananza dalla gente, ma pure la lontananza dalla propria superficialità.

15.03.17