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Tu sei la mia preghiera


    Non posso pregare Dio, se Dio non prega in me. La mia deve essere una preghiera cristiana! Il non cristiano prega del suo, con la sua mente e con il suo cuore… quando prega. La sua preghiera è un rivolgersi a Dio, quando non si riduce a volgersi a se stesso, come nelle preghiere di alcune forme orientali.

    Io prego, Dio “si prega” in me. Io sono sempre vivente Gesù, e il suo Spirito guida tutto ciò che attiene a Dio. Anche nella Trinità Dio si ama, attraverso il reciproco amore delle tre Persone. Io partecipo visceralmente di Gesù, il quale mi trasmette il suo Spirito trinitario. È la mia gioia, conoscere che la mia preghiera non è grettamente mia. Dio si serve della mia preghiera per rivolgersi a se stesso. Vivo io, ma non vivo io, vive in me Cristo. Prego io, ma non prego io, prega in me Cristo. Perciò papa Francesco semplicemente afferma che quando preghiamo Dio respira in noi. Il respiro di Dio: lo Spirito Santo.

    Quando prego, mi lascio prendere dallo Spirito, che in me ama il Padre e il Figlio. Nella preghiera mi accorgo si essere “imbibito” da Dio.

    Allora il pregare è semplicemente il mio vivere con il mio Dio, nel mio Dio. Anche le preghiere obbligatorie sono un dono di Dio per favorire il mio vivermi in lui, ma soprattutto il vivere di Dio in me. Questo dono, che è prima di tutto dono del mio piccolo spazio di tempo al mio Dio (il tempo è dono creato da Dio) e la sua eternità riversata dentro questo dono, e poi dono del mio intendere e del mio credere e del mio sentire. Mentre il Padre mi dona se stesso (credere), il Figlio (intendere) e lo Spirito Santo (sentire) in una effusione di trasformazione.

    19.01.14