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Preghiera nella Trinità


    Nella regione di Dio, noi possiamo anche progettare, ma non pianificare: progettare anche una via, che conduce verso di lui, quella che usa definirsi vocazione, ma il tracciato del percorso lo conosce solo Dio, il quale si riserva di indicarlo quando lui crede opportuno. Anche il tempo è nelle sue mani.

    Perciò è bene progettare e incamminarci, sicuri che la via è quella indicata da Gesù: io sono la via. Via sicura, ma dentro e durante la quale, possono attuarsi le svolte, che, solo Dio, nel suo amore, conosce.

    Soltanto alla sera, della giornata e della vita scopriremo la strada reale, che abbiamo percorso. Perciò nel camminare, possiamo nutrire l’unica certezza: credere nell’amore di Dio, che accompagna sempre. Conseguentemente ringraziare il Padre per ogni evenienza che incontriamo.

    Una delle grazie (e, spesso, delle gioie) provate in questa condizione, è la preghiera. Pregare nella Trinità, oltre che la Trinità. Trovarci in quel banchetto, cui accenna Gesù, quando assicura che egli berrà il vino nuovo, dopo la morte.

    La preghiera è parte della festa trinitaria, dentro la quale già siamo penetrati, quando iniziamo a pregare non solo il nome del Padre del Figlio dello Spirito Santo, ma nel nome (essenza reale e presente) del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Solamente chi nutre fede nell’amore di Dio, intuisce la dolcezza della preghiera nella Trinità.

    Se questa certezza di fede nella nostra presenza in seno alla Trinità, fosse attiva nel cuore di ogni fedele, possiamo immaginare quale tripudio diventerebbe la partecipazione dei cristiani alla Messa! Quale gioia, quali canti, quale sorriso, quale beatitudine!

    16.08.15