Parabole e leggi


    Le parabole scritte nel Vangelo, sono norme di vita immediate, oppure sono stimoli a riflettere? Se fossero descrizioni di Dio o ordini per gli uomini, forse si noterà subito le loro contraddizioni con altri passi del Vangelo. Se sono invece provvidenziali incitamento alla riflessione e barlumi di verità trascendenti, allora dalle parabole non desumiamo disposizioni comportamentali, ma lo stimolo a formarci una sensibilità.

    Le parabole non sono dette per farci agire, bensì per farci riflettere. Per questo motivo, l’enfasi per certe situazioni, sono un espediente principalmente alla riflessione. Le stesse contraddizioni, spesso inserite nel racconto, sono in vista di un punto di domanda, e di un’indicazione a raffronti.

    Per esempio, in S. Matteo, le parabole non sono indicazioni assolute; esse devono essere raffrontate sempre con il Discorso della Montagna, che è il vero “calmiere” delle azioni cristiane. E, quando si ravvisa una chiara contraddizione tra la parabole, o alcuni elementi di essa, e il
    Discorso della Montagna, questo deve chiaramente prevalere.

    Sarebbe un’azione corretta porre in diretta relazione la parabola con lo stesso argomento trattato nel Discorso della Montagna o con i comportamenti di Gesù. Questi illuminerebbero quelli, se fossero raffrontati.

    Purtroppo m’accorgo che non raramente le parabole sono lette e spiegate con un cipiglio “fondamentalista” anche da chi le deve commentare ed esporre. Si sa dove conduce il fondamentalismo: alla distruzione o all’inquietudine. Queste posizioni possono essere affiancate (e lo sono) al Corano, ma sono infinitamente distanti dal Dio della pace, che ci parla attraverso Gesù.

    18.11.14