La preghiera perenne

La preghiera dei bambini (e degli anziani).

Pregano i bambini? Distinguiamo: parliamo qui del pregare o dell’usare formule per esprimere il pregare? Evidentemente questa seconda fattispecie non riguarda i bambini piccolissimi che non riescono neppure a parlare.

I piccoli non dicono preghiere: ma possono pregare? Come mai Gesù, dei bambini dice che i loro angeli vedono il Padre? Per loro pregano gli angeli? Oppure questo è un modo “popolare” di esprimere ciò che più tardi scriverà S. Paolo nella Lettera ai Romani?

Paolo scrive: “Anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza; infatti non sappiamo che cosa pregare secondo ciò che è necessario; però lo stesso Spirito intercede con gemiti inesprimibili. Colui che scruta i cuori sa che cos’è il desiderio dello Spirito, poiché secondo Dio intercede per i santi” (Rm 8, 26-27).

La preghiera autentica è quello che lo Spirito attua in noi. Non è una preghiera trasportata verso Dio, ma è un Dio che prega nell’uomo, soprattutto se l’uomo non sa ciò che chiede. Questa è la preghiera dei piccini (e non raramente dei vecchi).

Il battesimo conferito ai bambini, in qualche modo conferma ed esplicita questa preghiera presente nell’intimo del cuore umano.

Si nasce tutti come persone oranti. E l’uomo ritrova la propria originaria costituzione, pregando. Ricordo quell’autore francese che notava: “L’uomo è grande, soltanto se si mette in ginocchio”. Siamo creati oranti e per la preghiera. E fino a quando ci saranno neonati nel mondo, ci sarà anche la preghiera.

01.04.15