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 Il Padre precorre l'amore

Il perdono dei peccati è sempre un dono del Padre, che ci anticipa.

Spesso avviene che noi non ci sentiamo bene. Ma ecco una persona che ci ama, e ci previene: “Oggi ti vedo bene, perché non provi questo rimedio?”

Dio anticipa. Anche quando noi non abbiamo coscienza del nostro peccato (malattia più grave di ogni malattia fisica), lui già lo vede, ne è preso e desidera la nostra guarigione. Lui ci mostra l’errore da noi commesso, non per punirci, ma per purificarci e perdonarci. Dio vede il mio malessere morale, prima ancora che me ne accorga, perché sono offuscato dalla mia ira, dalla mia passione, dalla mia superficialità. Lui lo vede e il suo perdonare è in atto. Talvolta si serve persino del nostro rimorso, pur di comunicarci il suo perdono, il superamento del nostro tradimento d’amore. Anche quando non ci accostiamo al perdono ufficiale della chiesa, o non ne abbiamo bisogno, il Padre vuole riallacciare il rapporto affettuoso con noi. Il sentire bisogno di essere perdonati è un richiamo dello Spirito all’amore del Padre.

Il chiedere perdono a dio, molti lo vivono come un atto di semplice umiltà, o una umiliazione. Esso invece è il sentirci dire: “Pietro, mi ami?”. È una riimmersione nell’amore.

Non per nulla all’inizio della Messa, dopo l’immersione in Dio, ossia, ossia nel “nome” del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, sentiamo il bisogno di rendere tattile l’amore: “Signore, pietà”. Dove pietà non corrisponde solamente alla misericordia, ma alla “pietas”, ossia alla corrente di affetto, propria della famiglia di Dio.

GCM 03.08.14