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Cibi salvifici


Cibi inquinanti sono quelli che fanno entrare nell’organismo elementi tossici. Il male viene dal contatto con l’esterno. Gesù era del parere contrario, quando si trattava della negatività umana: non ciò che viene dall’esterno inquina l’uomo, ma quanto è cattivo esce da lui. Si trattava della cattiveria e della bontà umane.

Nella Lettera di Paolo ai Corinti, ritroviamo di nuovo la faccenda del cibo, questa volta sotto l’aspetto comunicativo. Mi ricorda il detto: “Dimmi ciò che mangi, e ti dirò chi sei”. Qui il cibo è inteso sotto l’aspetto della comunicazione. Se ingurgiti veleno, ti intossicherai.

Mentre Gesù parlava della purezza spirituale, Paolo parla della grazia di Dio. La circostanza che induce Paolo a scrivere è la risposta a una questione rivoltagli dai cristiani di Corinto: “È peccato mangiare la carne, dopo che essa è stata sacrificata agli idoli pagani? Non c’è pericolo di contaminarsi?”

Paolo approfitta per rispondere sotto un duplice aspetto.

Il primo è elementare, quasi ironico. Gli idoli non esistono, perciò la carne sacrificata agli idoli è carne sacrificata a nessuno, perciò non è carne sacra. Se però qualche cristiano si scandalizza nel vedervi mangiare carne idolatra, allora la carità indica di lasciar perdere.

Il secondo è un argomento che parte dalla stessa preoccupazione del mangiare carne idolatra, diabolica, e così partecipare al diavolo.

Non è vero, ma supponiamo sia vero, allora Paolo si volge alla verità: sì il pane e il calice, che, in nome di Gesù assumiamo, ci fanno davvero partecipare al Corpo e al Sangue di Gesù. E ciò è salvezza.

 13.09.14