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Preti o mezzobusti

Tra le difficoltà, che incontrano i mezzi di comunicazione locali o privati, c’è sempre la gestione delle trasmissioni in differita.

Le differite registrate live sono accette, perché mantengono la freschezza del vivo. Quelle registrate senza che il parlatore trovi davanti a sé qualcuno cui parlare, riescono poverine e fredde.

Questo appare in modo evidente quando è presentato il Vangelo. Il Vangelo è in sé una comunicazione di Dio all’uomo, tramite la profezia.    Invece quando si presenta in televisione una registrazione eseguita in sala di registrazione o in una chiesa, senza persone che ascoltano e alle quali si “trasmette” la vitalità della Parola di Dio, allora viene destata la pietà. Non quella verso Dio, ma quella verso chi si presta a una simile misera recita.

Qualche rara volta, scorrendo le trasmissioni di una televisione locale, mi imbatto in una trasmissione che vorrebbe essere una introduzione al Vangelo della domenica successiva, e invece diventa un’esibizione da mezzobusto, ossia di trasmissione di notizie giornalistiche, alle quali il “giornalista” spesso non gli interessa nulla.

Là non c’è comunicazione dello Spirito di Dio, ma lettura di un testo (spesso compiuta disastrosamente) accompagnata da note in calce al testo.

Mi dicono che una di queste esibizioni anodine, senza comunicazione, è stata compiuta da un prete, che è il delegato diocesano alle “comunicazioni”!
Quale ironia alla parola di Dio. Ironia, perché la Parola non ha un’anima. Lo Spirito Santo è assente, proprio perché non si riesce a comunicare

02.03.14