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Intesa tra Gesù e noi

L’Eucarestia è il modo presente, con il quale Gesù realizza il suo “Conosco le mie pecore, e queste conoscono me”. Si sa che il “conoscere” usato da S. Giovanni corrisponde all’incirca al nostro “sperimentare” o “vivere assieme”.

Tra noi e Gesù corre un’intima intesa. Non soltanto intesa di intuizione, ma intesa di comunicazione di vita. Tale intesa diventa unione di sentimenti, di valori, di reciproca donazione. A lui doniamo la nostra umanità, povera e limitata, ma sempre fattura sua. A noi lui trasmette la sua stessa divinità, quella che a lui piace definire “vita eterna”, ossia vita di Dio.

Nell’Eucarestia si rinnova e si rafforza la fusione tra Gesù e noi. Fusione, prodotta da due effusioni: noi in lui, lui in noi.

E’ triste osservare come i cristiani sfuggano l’Eucarestia. Perfino chi “assiste” alla messa, evita la comunione. Purtroppo egli “assiste”, non partecipa.
Oppure partecipa alla periferia: preghiere, formule e canti. Evita il cuore, là dove Manzoni indica che “confuso il tuo col mio, offro il tuo stesso cor”.

Fusione tale, che noi possiamo presentarci al Padre e al mondo, come Gesù, perché Gesù noi diventiamo nell’Eucarestia. Di modo che possiamo presentarci al Padre e dirgli che veda in noi l’immagine del suo Figlio. Immagine non falsa, ma che ha assunto le fattezze di Gesù. Confusi con lui, stessi con lui.

L’intesa tra Gesù e noi, non si arresta ad una specie di reciproco contratto, ma è unione divina, voluta e attuata dallo Spirito Santo.

GCM 26.04.13