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Assieme, preghiamo - 2
 

Per troppo tempo ho assimilato la preghiera personale con la preghiera comunitaria. Sì, è vero: sempre preghiera è, sempre contatto con il Padre, nello Spirito Santo. Eppure il Padre “nostro” lo si vive bene in quel “nostro”.

La preghiera comunitaria, quando non è un blaterare comune di formule trite e anemiche, è preghiera più intensamente irrorata dallo Spirito Santo, che prolunga in noi il senso unitario della Trinità.

Non mi è stato facile rilevare che altro è il cadere in distrazione da soli, nel pregare, e altro è essere supportati e suppliti dagli altri, nella preghiera comune.
Quando il Corpo di Gesù, nella sua intima connessione, si rivolge al Padre, viviamo molto intensamente l’essere Gesù nel suo Corpo ancora tuffato nel tempo.

Le preghiere comuni si rinforzano tra loro in un intreccio arcano di Chiesa.

In modo particolare penso alla Messa e alla preghiera ufficiale delle Ore. Odo molte persone che recitano le Ore anche da sole, che esaltano la preghiera per la bellezza dei salmi, e non s’accorgono della bellezza di pregare con altri, con la Chiesa.

Unirsi per la Messa, non è un fatto devozionale solamente (quando poi lo è), ma un potenziare la preghiera con il Corpo di Gesù.

Mentre, riuniti in pochi, facciamo Messa, vedo spesso entrare delle persone in chiesa, quasi di sfuggita, recitare per conto loro una devozione, poi recarsi all’immagine di un santo, sostare e poi uscire di chiesa, sicure che la Messa è un “affare di quelli là”. Se invece dicessero un solo “amen” assieme con chi fa Messa, avrebbero la gioia della preghiera comune, dove lo Spirito di Dio si effonde.

FCM 23.04.14