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Vicini e lontani

Discoteche, stadio, concerti oceanici, ecc.: spesso (o sempre) luoghi per stare assieme senza incontrarsi.

Anche le scampagnate, o i pellegrinaggi turistici: stare assieme senza incontrarsi.

Oggi si rivendicano luoghi per unirsi. Ma servono per incontrarsi? Per occasioni, nelle quali io possa parlare di me?

Aumentano le palestre, diminuiscono i parlatori. Aumentano le sfilate, si disertano i confessionali. Per essere ascoltati è necessario pagare lo psicologo... se questi è capace di ascoltare davvero.

Oggi si è moltiplicato il numero delle occasioni di stare assieme. Perfino assiepandosi a gremire Piazza S. Pietro. Anche nelle sfilate militari l’assembramento è nutrito.

Intanto la solitudine aumenta; con la solitudine, le depressioni, e i suicidi.

Il mondo, soprattutto con l’internet, è diventato un autentico villaggio globale.

Quante occasioni di dialogo sprecate! Un mondo senza finestre: la gente si guarda dietro i vetri, ma non si parla. Parlarsi davvero, quando un io e un tu si confidano.

E poi c’è la razza degli amici. Quelli che finalmente si parlano, si interessano delle vicende dell’altro, si dicono liberamente. E’ la razza benedetta. E non è in estinzione. L’amicizia ha riempito testi sacri e profani. Ma questi non sono profani, perché dove vige l’amicizia, serpeggia sempre il sacro.

Quando Gesù afferma: “Voi siete miei amici”, esprime anche il motivo della sua amicizia: “quello che il Padre mi ha rivelato, io l’ho comunicato a voi”. Gesù ha confidato ai suoi ciò che di più caro egli aveva: il suo dialogo con il Padre, è diventato dialogo con gli amici. Il suo sentire rivolto al Padre, ha ricolmato il suo sentire vissuto con gli amici.

GCM 27.06.11, pubblicato 08.10.11