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Liberazione

Dio ama la libertà dei suoi figli e di tutto il suo popolo.

Gli Ebrei erano schiavi in Egitto. Dio li vuole liberi. Per liberarli non usa armi, non aerei, ma “ascolta la voce del popolo”. Dove c’è bisogno di libertà, ivi c’è Dio.

In Egitto Dio usa tutta la pazienza. Mosè ed Aronne cercano di convincere il Faraone. Però, come tutti i faraoni che oggi si appollaiano nei regimi islamici, il faraone d’Egitto si indurisce, e non acconsente a riconoscere la libertà dei suoi schiavi.

Il popolo - non ancora organizzato - degli Ebrei, sfugge, si libera senza armi.

Poi si organizzeranno in uno stato, e allora anche loro si armeranno e renderanno schiavi i popoli invasi. E patiranno quindi, per nemesi, una schiavitù ferrea a Babilonia. Poi, liberi, subiranno altre schiavitù, non solo quelle greca e romana, ma anche quella interna dei pontefici incombenti e, soprattutto, del peccato.

Gesù non può che continuare l’azione del Padre: “Il Padre opera sempre, ed io opero”. Perciò, dice Paolo, “Cristo ci ha liberati, per costruire stabile la nostra libertà”. Gesù non usò armi per portare a termine la sua liberazione. Non usò armi, perché non si proponeva di conquistare territori... o pozzi si petrolio.

La libertà di Gesù mira a che l’uomo si senta e si viva libero, non a che l’uomo sia liberato dall’esterno, senza la sua adesione e la sua cooperazione.

Gli Ebrei sono scappati, non hanno combattuto, e si sono trovati liberi, non liberati dal Faraone. La libertà nella fuga. La libertà dei deboli, gli amati da Dio. Quella che si avvera, quando meno ce lo si aspetta.

GCM 21.03.11, pubblicato 27.05.11