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Fede e scienza in armonia

Quando leggo la Scrittura, che parla dell’uomo formato dalla terra, mi incanto ancora una volta a godere dell’armonia tra scienza e fede.

Quando una volta si diceva che l’inizio del mondo, descritto dalla Bibbia, contrastava con le scoperte della scienza, la pretensione degli “intellettuali” (e spesso non degli scienziati) affermava che la fede sbagliava.

Poi la scienza ha camminato (e camminerà sempre, perché i misteri dell’universo rispecchiano l’immensità di Dio) e ha scoperto il big bang. L’energia iniziale e frontale, dalla quale tutto l’universo si è a poco a poco (cioè lungo i milioni di anni!) sviluppato e differenziato. La terra precede lo sviluppo dell’uomo. L’energia una volta trasformatasi in terra, ha continuato a trasformarsi in piante, in animali, in uomini.

Ciò che in modo ingenuo, per la comprensione del tempo, la Scrittura cerca di descrivere in sette giorni, la scienza scopre sviluppato in miliardi di anni. Il modo di esprimere è differente, mentre la sostanza è la stessa.

Al credente la scienza serve per aumentare la fede, non per opporsi alla fede. Le prospettive tra chi vede opposizione e chi vede armonia (come siamo noi, per dono di Dio!) divergono non a causa degli oggetti che si guardano, ma a causa della preparazione del cuore.

Gesù ci aveva avvertiti. Non sono le cose esterne, come, ad esempio, i cibi, che insozzano l’uomo, ma è il suo cuore, a volte votato alla perfidia patente o nascosta, che rende belle (armonia) o brutte (opposizione) le cose.

Le scoperte della scienza, per quanto difficilmente definitive, fanno gioire il cuore del credente.

GCM 09.02.11, pubblicato 13.05.11