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Elezione

Elezione: scelta.

Io ti ho scelto tra tutti i popoli, benché tu sia il più piccolo di tutti i popoli. Così Dio fa dire, a nome proprio, agli Ebrei, che non capivano l’importanza dell’elezione.

Gesù sceglie i suoi. “Non voi mi avete scelto - dice ai suoi - ma io ho scelto voi, affinché andiate e portiate frutto”. Gesù elegge, perché ha il criterio di Dio, che conosce il cuore degli uomini.

Come Dio elegge un popolo schiavo, che poi educherà, così Gesù elegge dodici creature grezze, che poi istruirà.

La democrazia - quella cosa tanto decantata e poco capita - vanta le elezioni. Adotta un criterio capovolto rispetto a quello di Dio. Dio dall’alto legge, la democrazia elegge dal basso, tramite le votazioni.

L’elezione di Dio è fatta sulla base del disegno di salvezza, e sulla conoscenza degli uomini. L’elezione della democrazia avviene sulla base di un progetto umano, la Costituzione, creata dal compromesso di varie ideologie, e non raramente sulle emotività dell’elettore, difficilmente conscio e critico.

Criteri diversi e diverso esito. Verso la stabilità eterna l’uno; verso l’instabilità del tempo e degli uomini, l’altro.

Poi arriva la frase un po’ ridicola: “Il popolo mi ha eletto”. Si sa che è una frase oggi ripetutissima, per coonestare anche le proprie malefatte, ma imbottita anche di una fine menzogna. Difatti un governo democratico e non bulgaro, è scelto da una parte del popolo, e non dal popolo semplicemente. La conseguenza: privilegiare quella parte, più o meno imbrogliata, a scapito dell’altra parte, quella che non ha scelto.

Esito: la vita eterna nelle elezioni di Dio; la precarietà, spesso arrabbiata, nelle elezioni degli uomini.

GCM 03.02.11, pubblicato 29.04.11