HOME

Home > Societa' RIPENSARE > Articoli 2008 > Scrivere 2

Scrivere 2


   Sto ricordando uno scrittore vicentino. Dalle cronache del convento di S.Lorenzo a Vicenza, è chiaro che tale scrittore, da piccolo, frequentò il tempio, e lì incontrò alcuni personaggi, che lui descrisse e denigrò nei suoi libri.

   Dalla psicodinamica apprendo che ogni scritto è autobiografico in molti modi. L’autore può dimostrare l’amore per il personaggio, sebbene rivestito di abiti un po’ ritoccati. Può odiare il personaggio, proiettando su di lui le proprie deficienze. Può riandare alle nostalgie per riattivarle o per soffocarle.

   Se, nello scritto, prevale il pessimismo, la tendenza a denigrare o a distruggere, a infangare o a deridere, significa che lo scrivente patisce negatività e rabbia dentro di sé, e - il che è più notevole - contro se stesso. Egli non è in pace con sé, e perciò non riesce ad essere in pace con gli altri, e alimenta il nascosto o patente odio contro di sé, aumentando l’odio, aperto o larvato, contro il prossimo.
   
   Ci sono due modi di descrivere le miserie vissuta dalle persone: parlare con simpatia e con compassione del tuo prossimo, oppure parlare con odio e con amarezza. Quando si notano azioni scorrette negli altri, non si sfugge da uno di questi due modi, o dalle loro variazioni.
 
    Quando si parla bene di qualcuno, è perché dentro di noi vibra una certa simpatia per il personaggio, buono o meno buono che egli sia.

    Scrivere è inesorabilmente proiettare se stessi. E nel proiettarsi, lo scrittore ripesca nella propria memoria, nei propri sentimenti, o nel proprio inconscio, tutto quel cumulo di impressioni, che lo hanno colpito in maniera più intensa.

    GCM 04.05.08