Scienza e fede?

Quand’ero giovane, si dibatteva ancora la questione, rimasuglio ottocentesco, dell’incompatibilità tra scienza e fede.
Anche questa controversia ricordava l’umanistica affermazione delle due verità.

Leggo il libro “Dio e la nuova fisica”, dove c’è una grande svista: scambio della teologia con Dio. Correttamente si doveva titolare: Teologia e nuova fisica. E’ necessario aver presente che teologia e fisica sono “riflessioni su”, “scoperte umane” e che teologia e fisica sono in continuo divenire.

La teologia scopre i temi della propria ricerca sulla base della rivelazione di Gesù. Evidentemente qui accenno alla teologia cristiana. Però l’oggetto della teologia non può mai essere raggiunto, se per oggetto della teologia intendiamo Dio. La fede è in relazione con Dio, e la fede è dono dello Spirito Santo. La teologia, anche quella basata sulla fede, è ricerca dell’uomo, è “logos” su “Dio”, cioè è scienza - che si avvale di molte altre scienze - che tenta di cogliere non Dio (“Dio nessuno l’ha mai visto” dice il Vangelo di Giovanni) ma qualche orma di Lui.

La fisica scientifica è ricerca della “natura”. Le mirabili scoperte della fisica ci sono note. Eppure di fronte al proprio oggetto, si trova nella stessa posizione della teologia. Essa infatti non riuscirà mai a cogliere in presa diretta il proprio oggetto di ricerca. Per esempio, potrà mai la scienza riuscire a scoprire l’uomo, questo oggetto misterioso?

Anche la scienza procede per congetture, che spesso non sa dimostrare, neppure con il procedimento matematico.

Teologia e scienza camminano appaiate, attraverso prove ed errori, con ipotesi sempre provvisorie. Dovrebbero aiutarsi reciprocamente nel loro cammino indefinito.

GCM 06.02.07