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Mistica e scienza

     Mistica, quale esperienza del contatto di fede con Dio.
    
     Dal Settecento (con i tristi epigoni moderni, per sentirsi liberi di pensare in modo oscuro e dubitante su ogni realtà, tramite la loro idea di problematicismo) a qualche decennio fa, il positivismo ci ha perseguitati. Ciò che non era scientifico, doveva essere bandito come inumano.

     Una svista insopportabile era commessa da queste persone illuminate: che la scienza l’avevano creata loro, e poi l’avevano eretta a criterio di infallibilità, unico e assoluto. E il contadino, che vedeva crescere il grano e ne ringraziava Dio, era tacciato di oscurantista...ma intanto i grandi scienziati campavano grazie al lavoro di quell’oscurantista.

     Oggi gli scienziati, a forza di evolversi, hanno scoperto che la scienza ha un limite e che non è capace di spiegare tutto. La psicologia, evolvendosi da positivista a umana, ha collaborato a minare la sicumera scientista, e così si è aperta una duplice strada: o la via dell’annullamento (nichilismo), oppure il riconoscimento che la certezza umana sta da un’altra parte, che non sia il positivismo.

     Anche gli scienziati ammettono che filosofia e teologia possono presentare opportunità sottratte al positivismo, più o meno tecnico.

      E già si prospetta l’alleanza compenetrata tra scienza e teologia. Però la stessa teologia (non teodicea) si sente povera e disorientata, se si scosta dalla rivelazione.
     Allora si apre il connubio tra la rivelazione del Vangelo e le rivelazioni della scienza.

     Chi vive in sé l’ammirazione per la scienza e l’esaltazione lucida per la rivelazione, prova in sé un’armonia, che lo porta a vivere la mistica dentro la scienza.
   
     GCM 31.08.07