Bipolarismo

Più di qualche persona si spaventa davanti alla parola “bipolarità” e si dispera quando il professionista sentenzia che qualcuno è affetto da bipolarità, e che non si può guarire dalla bipolarità.

Certamente a molti sfugge che la creazione completa (uomini e donne inclusi) è strutturata bipolarmente. Giorno e notte, estate e inverno, tristezza e gioia, attività e riposo. Tutto è bipolare. Una disanima della bipolarità è espressa efficacemente in un libro scritto qualche secolo fa e che porta il nome dell’autore: Qohelet.

“Per tutto c’è il suo momento; un tempo per ogni cosa sotto il cielo: tempo di nascere, tempo di morire; tempo di piantare, tempo di sradicare; tempo di piangere, tempo di ridere; tempo di lutto, tempo di allegria; tempo di tacere, tempo di parlare...” (cap 3, vv 1 ss).

La malattia avviene sempre quando si esaspera qualche funzione dell’organismo, come avviene per l’iperproduzione cellulare nel cancro.

Quando la gioia diventa esasperazione nel piacere esagerato (magari favorita da droghe), e la tristezza si trasforma in depressione, accade l’esagerazione maniaco-depressiva.

Ma anche quando si pretende di continuare su un solo tasto, l’armonia si rompe. L’avaro interrompe la bipolarità del dare-avere.

Anticamente - e anche qualche decennio fa - le fasi della luna, nel loro calare e crescere, indicavano i tempi dell’agricoltura e - pochi se n’accorgevano - anche quelli dell’umore.

Rispettare i ritmi della bipolarità, evitandone l’esasperazione o la repressione (discoteca?), genera serenità.

GCM 07.07.08