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La maschera dell'innamoramento


   Il periodo dell’incontro e del fidanzamento (reale o ufficiale) molte volte si riduce a un periodo di dolce malattia e di reciproco inganno. Avviene l’innamoramento, che si regge sulla base di ciò che l’altro/a dice a me, su quanto l’altro/a corrisponde ai miei desideri e ai miei bisogni. Allora sorge spontaneo il bisogno di mostrare al partner quegli atteggiamenti che a lui piacciono, ma allo scopo di tenerlo avvinto. E sulla base delle fantasie, si intreccia un gioco piacevole.


   L’innamoramento si sviluppa tra maschere. L’amore si solidifica tra persone reali.


   Talvolta dall’innamoramento si passa all’amore, quando, levate le maschere, il volto dell’altro è ancora significativo, però non per continuare il gioco, ma per costruire un’intesa. Spesso la presenza di figli aiuta l’intesa d’amore.

    Il “non sento più niente per lui” che è reclamato come causa di separazione o di divorzio, è la mia confessione che il gioco delle maschere è cessato. Oppure, almeno con quella specifica maschera è cessato. E’ il momento di iniziare lo stesso gioco con un diverso partner, oppure di iniziare un percorso di autentico amore, anche con lo stesso partner.

    E’ il momento di ritrovare se stessi. E da lì cominciare un dialogo sul reale, dopo un incontro con il reale nostro e della persona che ci troviamo di fronte. Tolte le maschere all’interno della coppia, si toglieranno anche le maschere davanti a Dio.
Purtroppo una maschera sotto la quale ci nascondiamo talvolta può essere la pietà o la religione.

GCM 16.05.07