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Numeri e persone

Tragedie a sud del Mediterraneo. Giorni di sangue e di desiderio di libertà e, purtroppo, di vendetta, come avviene sempre alla caduta dei tiranni: zar, Mussolini, Moubarak, e ora Gheddafi.

Si parla tanto della tragedia libica. Le televisioni, i giornali, le osterie, le piazze. Spazio enorme dedicato a un solo uomo, di nome Gheddafi, semplice notizia su diecimila morti. Questi sono un  numero, quello un personaggio.

Diecimila vite condensate brevemente in un numero. Vite di persone, con le loro storie, i loro affetti, i loro valori. Nessuno ne parla, nessuno ne parlerà, come è stato fatto per i gulag e per i lager.

Questa è la giustizia della storia. Tanto Napoleone, nessun ricordo delle sue vittime.

Gli storici di mestiere, si fermano sulle parvenze, difficilmente sull’uomo.

Per Dio le cose non stanno così. Ogni persona per lui è persona, non numero, come non solo nei lager, ma perfino negli ospedali vengono designate le persone.

Per Dio io sono io, tu sei tu. Non altri, non numeri, ma figli amati. La giustizia di Dio, beffa la giustizia della storia, anche della storia dei Papi.

Quando si parla del Dio giusto, ognuno si sente persona, ed entra in se stesso per esaminarsi. Perde le proporzioni del numero o della grandezza proclamata dagli uomini.

La nostra gioia non viene dalla nostra storia, ma dalla certezza che lui ci ama. Il non sentirci un  numero non viene dalla statistica, ma dalla certezza di vantare un Padre.

GCM 25.02.11, pubblicato 19.09.11