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Lode e pubblicità

Nel Vangelo di Giovanni, Gesù si distingue dai Giudei, sotto molti riguardi. Uno di questi è la fonte della lode. I Giudei si lodano tra loro, accontentandosi della lode di uomini e gonfiandosi per essa. Gesù è interessato soltanto alla lode e all’approvazione che viene da Dio, suo Padre.

I titoli onorifici appioppati da uomini, non esclusi i cavalierati e le commende di origine vaticana (che sarebbero dovuti decadere con la scomparsa dello Stato Pontificio), sono riconoscimenti che vengono da uomini, e quindi non fanno parte della lode di Dio, sebbene a non poche persone facciano un sensibile piacere.

C’è anche un’approvazione umana più stringente e più subdola: la pubblicità. Questa approva, indirettamente ma severamente, le persone che sono “in”, distinguendole da quelle che sono “out”, cioè fuori tempo e fuori luogo. Può oggi un adolescente sentirsi accettato, se non indossa i calzoni cascanti, che non permettono di distinguere le gambe dal tronco? La moda approva o disapprova chi si adegua o non si adegua.

Al propagarsi delle minigonne, le ragazze che indossavano gonne sotto il ginocchio, erano sbeffeggiate, ossia non approvate, mentre le minigonne, tra di loro, si “raccomandavano”. Proprio come diceva Gesù: vi approvate tra voi, vi basta l’approvazione che viene dal gruppo, ossia l’approvazione belata del gregge.

E su questo tipo di approvazione si basani i “creatori” per i loro successi: però la lode del “Creatore” non è certamente assicurata.

Quanti oggi ambiscono l’approvazione e la lode da Dio, o dalle opere che provengono da Dio, come si esprime Gesù?

GCM 07.04.11, pubblicato 27.07.11