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I cultori dell’ipocrisia

Ecco la nuova menzogna. I giornali e la televisione quando espongono immoralità autentiche ( lenocini, stupri, orge ecc.) dicono di “mettere fine all’ipocrisia”. In realtà sono la fiera della sconcezza e dell’esibizionismo.

Il pudore non è ipocrisia, è vita delle persone per bene, e dovrebbe esser regola per i politici e per i giornalisti.

Una volta quando erano esibite le sconcezze, si parlava di scostumatezza. Oggi si propina la “fine dell’ipocrisia”. E non ci si accorge della grande ipocrisia che sta sotto quel proclamare la fine dell’ipocrisia, quando invece si tratta dell’inizio della sconcezza e della turpitudine.

Fa tanto moderno il dichiarare in televisione di frequentare le prostitute, mentre una volta ci si vergognava e si confessava nel segreto il proprio peccato.

Fa tanto moderno, che tutti ne parlano. Poi quando la sconcezza si unisce all’omicidio, allora ecco l’ipocrisia dello scandalo. Lo scandalo per una conseguenza della sconcezza iniziale delle radici, non per le radici, che si esaltano e si difendono.

Certamente viviamo in una società tanto ipocrita, da essere convinta che il libertinaggio sia libertà, l’antinatura sia naturale, il delitto sia astuzia, la menzogna sia l’unica verità.

Il bello è che l’ipocrisia è così penetrata nelle ossa, che quando qualcuno svela l’ipocrisia degli ipocriti, viene combattuto e abbandonato anche dai conoscenti (non dagli amici, che non abbandonano mai, perché condividono la verità).

Anche ai tempi di Gesù, ci furono molti ipocriti, che, stanati dalla loro ipocrisia, ammazzarono l’unico sincero.

GCM 26.01.11, pubblicato 01.03.11