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Di tutti

Una delle funzioni, affidate dal Padre alla sua chiesa, è la salvezza del mondo. Essere noi nel mondo il  richiamo dell’amore di Dio, che vuole tutti salvi.

La chiesa di Gesù non è soltanto il rifugio per i deboli, l’arca di salvezza per gli smarriti. Essa è anche la perenne presenza di Gesù e della sua dinamica quale lievito per l’umanità.

La vocazione della chiesa è il proseguimento nel tempo, del valore di Gesù. Questa è una magnifica posizione e attività. La difficoltà concettuale ed esistenziale inizia, quando io devo ammettere che, per bontà di Dio, la chiesa sono anch’io, e non soltanto il papa e i vescovi.

Al nostro pavido egoismo, è sufficiente ammettere che la chiesa è il nostro rifugio di salvezza. Mentre il Padre vuole che, in Gesù, noi assumiamo il compito di salvezza dell’umanità. Il nostro compito è cattolico. Cattolico non come sigla che ci differenzia da evangelici o da buddisti, ma come impegno di salvezza per tutti... anche per i nostri avversari e nemici.

Una delle concezioni che indicano la salvezza sicura degli uomini, è che gli uomini si salvino se si fanno cristiani, o, meglio ancora, cattolici. Essere cattolici è (la parola lo dice) essere di tutti, e non soltanto espansi in tutto il mondo. Le mura di un monastero non mortificavano la vastità della cattolicità della chiesa di Gesù.

Possiamo intuirlo anche noi, se prendiamo coscienza che l’aver aderito di cuore a Gesù, coincide con l’aver aderito al Salvatore del mondo.

GCM 12.04.11, pubblicato 06.10.11