E’ difficile conoscere tutti i motivi della disaffezione degli italiani alla “cosa pubblica”.
Alla base, evidentemente, sta l’affezione al privato. Il peso, sulla bilancia, dell’opposto, è un fatto elementare.
Perché sta prevalendo il privato, ossia il personale, l’individuale, l’egoistico?
Certamente l’egoistico è alimentato dall’interesse pesante ai “fatti miei”, che si oppongono alla “cosa pubblica”.
Tra i molti fattori, che favoriscono il ripiegamento sull’individuale, è la scelta del mio benessere, della coltivazione del mio orto. E il mio orto è coltivato, rivolgendo molte risorse alla sua crescita e produttività, soprattutto all’alimentazione del mio comodo. Il fermarmi esclusivamente sul mio tornaconto (tendenza della natura egoistica), mi induce una mentalità, che non si cura più degli altri.
Questa mentalità è alimentata da molteplici impulsi, sia personali che sociali. Questi impulsi presentano in primo piano il tornaconto individuale. Non secondario incremento a tale impulso è dato dalla pubblicità e dallo spettacolo, che guidano, non tanto subdolamente, lo sfogo egoistico delle persone. Televisione in primo piano. La volgarità della televisione non è innocente. La volgarità è l’ultimo gradino della mancanza di cultura: nel vuoto di cultura si accomoda la volgarità.
Il vuoto di cultura nasce dalla distruzione di valori e giunge a distruggere altri valori.
Ricordo la lotta, più o meno massonica o marxista, contro le esigenze cristiane. Poi contro le esigenze comunitarie ed umane, per giungere alle odierna distruzioni degli ultimi valori umani e della vita.
GCM 29.03.10 - pubblicato 13.06.10