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Tra gli astri

I cieli raccontano la gloria di  Dio: così canta un salmo.

La gloria di  Dio (in termini nostri: la santità personale di  Dio) è narrata, non soltanto scritta staticamente, dai cieli. Il cielo è il movimento perenne che ogni ora mostra qualche cosa di nuovo, oppure di supernuovo della presenza e dell’opera di  Dio.

Nell’energia dei cieli, dei quali noi facciamo parte privilegiata, continua quell’energia primordiale, che generò il big bang, energia che non è mai stanca.

I cieli denominano lo stesso  Dio: il Padre dei cieli, lo diciamo ogni giorno nel Pater noster.

Quando Gesù approva gli Apostoli per la loro opera di propaganda del “Regno”, dichiara che il loro nome è scritto nei cieli, e quindi essi sono invitati a felicitarsi non per i risultati ottenuti dal loro agire, ma per il fatto che il loro nome si trova annotato nei cieli.

Annotare il nome nei cieli, rientra in quell’opera di  Dio, che – come dice il salmo – chiama le stelle per nome. Questa frase significa che  Dio crea l’essenza degli astri. E ogni scoperta della struttura degli astri, è uno scoprire l’impronta del dito di  Dio.

Il nome scritto nei cieli si incontra con l’impronta di  Dio.

In questi giorni mi giunge la felice notizia di un nuovo nome, che si inserisce tra marte e Giove: il nome “Bertola”, nome dell’ astronomo vicentino vivente, Francesco Bertola.  Dio, quando chiamò quel corpo celeste fin dal principio, aveva anche previsto che gli astronomi avrebbero attribuito quel nome a quel corpo celeste.

Francesco Bertola è fratello della nostra Giuliana Bertola,la quale così vede il proprio nome scritto nei cieli, prima ancora di recarsi in cieli, lei di persona.

    GCM   01.02.07