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Civiltà avanzata. 3

Eppure...

Non omnis moriar: non morirò del tutto, proclama di sé il poeta. Non tutto di una civiltà esausta storicamente è estinto.
I suoi valori umani sono patrimonio di tutta l’umanità.

C’è inoltre la possibilità di salvare una civiltà moribonda?

Dipende non dagli uomini, ma da Dio. Se Dio ha un disegno di bontà legato a quella civiltà, essa può non morire, o addirittura risorgere.

La storia del popolo ebraico lo attesta.

Se, infatti, leggiamo il pianto dei profeti su Gerusalemme, durante le deportazioni a Babilonia, scopriamo che tutto era perduto: una civiltà calpestata ed estinta. Chi non ricorda il fremito piangente delle Lamentazioni, attribuite a Geremia?

Eppure...

Dio non aveva ancora esaurita la sua opera, tramite quel popolo, destinato a portarsi avanti fino a Gesù Cristo. Poi venne la dispersione di quel popolo, dopo il 70 d.C, per opera dei Romani. Eppure Paolo afferma che... alla fine ritorneranno nel pieno della salvezza.

Il ritorno da Babilonia in Patria, richiede una condizione preliminare: “Ritorna al tuo Dio, Israele”. Dio fa ritornare viva quella civiltà, perché essa stava ritornando a Dio, come leggiamo in Neemia e in Esdra.

Il ritorno a Dio coincide con la risurrezione di quel popolo e della sua civiltà.

Non sappiamo quali progetti abbia Dio sulla futura civiltà europea, affinché risusciti dal baratro in cui sta precipitando.

Ma l’Europa sa ancora pregare? E, invece, persevera nell’allontanarsi da Dio?

GCM 30.03.07