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Civiltà avanzata (2)

 Eppure...nessuna civiltà in declino scompare del tutto. Scompaiono sì la sua potenza, il suo esercito, la sua ricchezza, il suo dominio. Cose tutte che non collimano con le esigenze evangeliche, di umiltà, mitezza, povertà, pace. Eppure resta quello che di umano davvero quelle civiltà avevano custodito e aumentato.

Noi oggi non possediamo la potenza e la ricchezza di Roma e della Grecia, dell’Egitto e dei Sumeri. Ma nella nostra cultura e nella nostra spiritualità molto ancora di Cicerone, di Aristotele, di Epitteto resta vivo.

Così sarà della vecchia, tramontante, civiltà europea.

La calata dei barbari ha distrutto l’impero romano, ma non la “romanità” che ha permeato tutta la vita dell’Europa medievale. Anche i Romani, che avevano distrutto il potere greco, dovevano confessare che loro, i quali avevano vinto la Grecia, erano a loro volte vinti dalla cultura e dalla spiritualità greca.

Graecia capta ferum victorem cepit, et artes intulit agresti Latio (Orazio).

Perché la civiltà umana delle potenze che tramontano, sia mantenuta, è opportuno ricordare la strategia della Chiesa al tempo dei barbari: essa mantenne i propri valori fondamentali, si aprì ai valori umani dei cosiddetti barbari e offrì loro i propri valori.

Quando l’ Europa sarà invasa pacificamente dagli Arabi Musulmani, deve sperare che lo spirito primitivo dell’Islam prevalga. L’Islam primitivo rispettò i valori delle nominate “religioni del libro” (pur non sapendo che il Cristianesimo non è una religione del libro), e, pur gravando i cristiani di tasse maggiori, rispettò il Cristianesimo. I guai vennero dopo: con la potenza islamica.

GCM 30.03.07