Gesù non fu un
clericale. Perciò dovette sopportare, fino alla crocifissione, la
persecuzione del clero. Gesù fu un laico, che riconobbe la laicità
dello stato: a Cesare ciò che è di Cesare, a Dio ciò che è di Dio.
Per Gesù la salvezza dell’uomo avviene in un livello che “sfugge”alla laicità, pur riconoscendola.
Egli
era così alieno dall’immischiarsi nelle logiche “statali”, da rifiutare
perfino di chiedere la divisione dei beni tra gli eredi. Rispettava le
leggi sociali, come quella di recarsi dagli ufficiali sanitari alla
fine della malattia di lebbra. Ma non avocava a sé. che pure aveva
guarito un malato, l’autorità di dichiarare ufficialmente guarito,
colui che lui stesso aveva guarito.
I debordamenti della
gerarchia cattolica nel settore politico, realizzati fino a qualche
lustro fa, non erano in perfetta linea con la persona di Gesù, anche se
comprensibili sotto il profilo storico.
Dopo il Concilio
Vaticano Secondo, la gerarchia cattolica è rientrata nei propri confini
operativi, pur mantenendo intatta la propria missione di indicare la
via di Dio, e la differenza tra bene e male.
Oggi sono i
laicisti a invadere il campo ecclesiastico. Quando pretensiosamente
vorrebbero comandare ai Vescovi di non parlare, stanno peccando proprio
di invasione in un territorio non di loro competenza.
Mentre i
nostri laicisti urlano contro il Papa che dice ciò per cui è stato
incaricato di dire, calpestano un territorio che non è loro. Sono
aggressivi contro la Chiesa, reclamando la laicità dello Stato.
Intendono la laicità come un diritto etico, espellendo una presenza
morale, per imporre la loro moralità anche alla Chiesa!
Sono laicisti (forse arrabbiati) ma completamente antilaici.
GCM 15.02.06