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I gamberi

La novità, rispetto al giorno prima, oppure agli anni prima, non è necessariamente un progresso. Lo sanno gli anziani e i malati terminali. Essi indietreggiano fino a scomparire.

Anche sociologicamente l’evolversi dei costumi, spesso è un’involuzione. Lo si costata in molte posizioni radicaleggianti, vantate come progressi, mentre sono grandi regressi: regressi nel distruggere la vita, la famiglia, il rispetto per la convivenza.

Questa involuzione è un cammino del gambero, che tende a sopprimere la società: non più nascite, non più stabilità di rapporti, non più autocoscienza di sé e coscienza del bene sociale. E’ un indietreggiare verso forme sempre più primitive, dove l’individuo si vanta di vivere solamente a livello biologico.

Il fervore, con il quale si esalta questa involuzione psichica, morale e sociale, rende i fautori responsabili delle reazioni negative, che stanno suscitando.

Il tutto è etichettato come esaltazione della libertà: libertà di uccidersi, di uccidere, di rendere legge il proprio comodo, di offendere platealmente chi la pensa diversamente, di turbare la pace delle coscienze, di ridurre gli uomini a stomaco e a sesso. Libertà di vivere primitivamente, e quasi da animale.

Per grazia di Dio, noi crediamo alla libertà, con la quale e per la quale il Padre ha incaricato il Figlio di liberarci. Così di fronte alla libertà di stordirci spinellando, noi viviamo la libertà di godere lo Spirito, sorridente in noi.

GCM 17.03.06