HOME

Home > Societa' INSIEME > Articoli 2012 > Difficile definirci

Difficile definirci

Quanti di noi sono cattolici senza cattolicesimo. E cristiani senza cristianesimo. E musulmani senza musulmanesimo. E uomini senza umanità!

Se, come dice Pietro, mi chiedono conto della speranza che è in noi, che cosa rispondo? Se mi chiedono qual è il mio essere cattolico, e se io pongo la stessa domanda a qualche persona che si stima e si professa cattolica, quale risposta diamo?

Forse non abbiamo mai riflettuto sulla nostra qualità di cattolici. E forse  mai sul nostro essere umani. Viviamo ciò che non sappiamo.

Ci riesce molto più facile definire il nostro ruolo sociale, che non la nostra essenza di cattolici o di uomini. E’ facilissimo presentarci agli altri con il nostro biglietto da visita, dal quale si desume che siamo dottori, ingegneri, frati, nullatenenti, madri, barboni e presidenti del Consiglio dei Ministri.

Ma il dirci semplicemente uomini, questo è disagevole e da trascurare.

Ricordo quando mi fu chiesto la scheda personale, per essere presentato all’uditorio, per il quale dovevo tenere delle conferenze. Scrissi: figlio di Dio, religioso, laureato in filosofia, professore emerito di psicopedagogia, ecc. 
La prima indicazione mi indicava nella mia più intima essenza, le altre riguardavano banali ruoli sociali. Ebbene gli organizzatori si sentirono in coscienza obbligati a cassare quell’inutile prima indicazione di essere figlio di Dio, per non dire cose fuori uso e per non “suscitare scandalo” tra gli uditori.

Evidentemente, durante la conferenza ho chiarito la mia posizione, perché tra le condizioni provenienti dall’essere figlio di Dio, c’era anche l’opera di carità spirituale: insegnare agli ignoranti.

GCM 26.08.11, pubblicato 16.01.12